Bilanciere per equalizzare i cavi di aquiloni pilotabili.
Crux sancta sit mihi lux / Non draco sit mihi dux
Vade retro satana / Nunquam suade mihi vana
Sunt mala quae libas / Ipse venena bibas
Inizio con un esorcismo questo nuovo articolo, in quanto è stata la prima cosa che mi è saltata in mente quando ho completato questo manufatto.
Va bene, per alcuni risulterà già visto o scontato, ma io tutto sommato non lo vedo tanto in giro, neppure nelle sacche di aquilonisti super-attenti al dettaglio.
Credo sia uno strumento molto utile anche per controlli saltuari delle proprie linee, senza dover forzatamente pensare di prenotare una visita specialistica da un ortopedico, quando a volte non riusciamo a chiudere dei “trick”.......... non sempre tutte le colpe sono a carico del pilota.
Procediamo con ordine, il concetto è semplice e intuitivo, la costruzione dell’oggetto è fattibile con materiale plastico, legno o alluminio.
Il dispositivo è presto chiarito da poche fotografie:
due piatti di larghezza opportuna e lunghezza indifferente (20 cm. x 5 cm. in plexiglas quello da me eseguito, ha un peso complessivo 48 grammi) i due componenti vanno forati al loro centro “esatto” (eseguendo il foro con i due piatti in sovrapposizione si garantirà precisione anche ad oggetto richiuso, il diametro del foro sarà eseguito dedicato per il perno che utilizzeremo), il foro verrà quindi occupato da un bullone passante con boccola che a fissaggio ultimato lascerà liberi i piatti di ruotare senza giochi intorno al loro asse creato, uno dei due piatti porta due scansi di egual profondità dove andranno riposte le linee, l’altro piatto porta un generoso foro eseguito con una fresa, creando così una buona impugnatura aiutandoci nell’atto di mettere in tensione le linee.
I nostri due piatti una volta assemblati andranno posti in posizione ortogonale su cui tracceremo una retta (dalla parte con il foro della fresa, parte cui è applicata la nostra forza), aiutandoci con una squadra o goniometro, questa retta darà un riferimento di giustezza considerando la posizione dei due piatti quando avranno l’esatto angolo di 90 gradi di sfasamento, con le linee che stiamo controllando corrette, in caso contrario risulterà evidente il da farsi.
D’accordo sembra un giochino stupido o logico, eppure è efficace da fare impressione, io l’ho costruito in questa occasione semplicemente perché dovevo fare quattro linee uguali e non avevo voglia di perdere troppo tempo per fare prove su prove senza riscontro diretto, sicché ho deciso la sua costruzione per facilitarmi il compito, picchetto a terra, linee stese, bilanciere in azione e tempo zero per registrazione delle linee, poi vabbè mi sono fatto prendere un po’ la mano nelle finiture dell’oggetto.
Nella pagina https://www.aquilonislk.it/products/inguainare-cavi/ ho scritto le mie consuetudini nell’approntare i cavi di pilotaggio (asole cucite) vi è in alternativa una soluzione utilizzando dei nodi, facilmente gestibili anche nel tempo in quanto sono facili da riposizionare.
Qualora si voglia trovare la giusta misura della linea sul campo, andando poi in seconda procedura ad eseguire l’asola cucita consiglio quanto segue:
Teniamo le linee con buona abbondanza circa 30 cm. oltre la lunghezza necessaria e voluta, se prevediamo una calza di protezione in corrispondenza dell’asola poniamola a dimora.
Possiamo ora eseguire un nodo semplice sulla parte di cavo che compone la nostra linea, un altro nodo semplice interesserà la parte di cavo che in seconda analisi verrà scartato risultando in eccesso, così facendo spostando quest’ultimo nodo varieremo la lunghezza della linea.
Quando siamo giunti al risultato voluto possiamo tornare sul tavolo da cucito per eseguire le asole con il zigzag, poi a lavoro completato, si sciolgono i nodi e si elimina l’eccesso di cavo dalla linea (se la procedura è identica per tutte le linee create non avremmo differenze tra le stesse).
Questo semplice dispositivo può trovare tranquillamente dimora nella sacca degli aquiloni creandoli una custodia dedicata, non chiederà troppo tempo per ripristinare al meglio delle linee anche a seguito di rottura delle stesse durante l’uso.
Credo di avere impiegato più tempo nel scrivere l’articolo che nell’eseguire materialmente quanto scritto......... a conclusione di ciò:
buon lavoro.