Un po’ di auto-costruzione anche per questi ausili non dispiace, tutto sommato basta avere pazienza nella ricerca dei giusti componenti, il resto è solo assemblaggio, come dire le alternative vanno costruite.
- Straps per acrobatici: Per fare delle maniglie per acrobatici in fondo è molto semplice ci serve della cinghia degli anelli a D chiusi (meglio se saldati) e una buona cucitura, per trovare la giusta ergonomia basta calzare la cinghia prima di cucire (vedi figura 1 e 2).
Volendo fare delle straps imbottite al posto della cinghia si può usare della fettuccia da arrampicata che è tessuta a guaina, una volta imbottita è sufficientemente morbida, solo la cucitura risulta più difficile per via dell’aumento di spessore sotto il piede della macchina da cucire.
- Leve per aquiloni a 4 cavi: Se abbiamo costruito un “revolution” o una vela da trazione la cosa che andrà nel corredo sarà una coppia di leve dedicate, varieranno costruttivamente in robustezza a seconda del loro utilizzo. Le comuni leve per aquiloni a quattro cavi hanno nella parte superiore le impugnature con collegati i cavi principali, e nella parte inferiore dopo una piega di 30 gradi e 20 cm. di tubo dritto i cavi dei freni.
Interessante è portare il fissaggio dei cavi superiori il più vicino possibile alla mano, io personalmente ho costruito un modello con i cavi che uscivano tra il dito indice e il dito medio il controllo delle leve era buonissimo unico neo era quando si faceva scendere la vela utilizzando i freni, nella pancia del vento, le dita al di sotto dei cavi principali pagavano dazio rimanendo tra tubo e cavi, il tutto è rimasto in fase embrionale e non ho dedicato quindi il tempo necessario per migliorare l’idea, ma ne valeva la pena io ne sono convinto.
Per i tubi, si possono usare dei tubi da 12 mm. di diametro per “revolution” e da 20 mm. per vele da trazione, meglio se in alluminio trattato, per piegarli si dovrebbe poter fruire dell’amicizia di un idraulico.
Utilizzando una “piega-tubi” (quella che normalmente si usa per piegare i tubi in rame o ottone posti sotto i lavandini che raccordano i rubinetti con gli attacchi a muroè indicata per i 4 cavi acrobatici) otteniamo il risultato voluto, stesso discorso per le leve più robuste, utilizzando tubi di diametro maggiore si cambia la “piega-tubi” (per far si che i tubi non si ammacchino durante la fase di piega possiamo riempire i tubi con acqua saponata tappando a dovere le estremità, in un secondo tempo dopo aver lasciato il tempo dovuto i nostri tubi in freezer li possiamo piegare con all'interno il ghiaccio, questo eviterà l’effetto lattina al nostro tubo, in alternativa i nostri tubi li possiamo scovare belli pronti valutando manubri per biciclette, telai di sedie, passeggini per bimbi, panche per palestre ginniche ed altro basta guardarsi attorno una volta che abbiamo i giusti gradi di piega ci serve solo un buon seghetto, per le impugnature vanno benissimo le manopole per biciclette, in spugna o sughero, si possono usare anche quelle lunghe che coprono i manubri delle mountain-bike con le prolunghe integrate (se i tubi sono sottili possiamo interporre degli spezzoni di tubo in gomma da irrigazione tra tubo e manopola, per facilitare i vari inserimenti possiamo utilizzare acqua con un po' di sapone).
Per l’attacco dei cavi si può pensare a un foro passante classico, sino ad adoperare dei tiranti ad occhiello chiuso con filetto la manualità personale di ognuno di noi ci consiglierà nella scelta.
Semplici, efficaci, economiche, sono le nostre leve, le prime non saranno al “top”, ma ormai il concetto è chiaro e lo sviluppo futuro è supportato dalla nostra analisi considerando che tutto ciò che a noi serve già esiste, non ci rimane che scovarlo e riciclarlo.
- Barra per vele da trazione: Come sopra la semplicità è importante in fondo può bastare un manubrio da mountain-bike leggero e robusto lo è per principio costruttivo, non rimane che adeguarlo alla nostre esigenze.
La larghezza utile della nostra barra-manubrio sarà di circa sessanta centimetri alle estremità si fanno due fori passanti da sei millimetri dove vanno alloggiati due occhielli con filetto e relativo dado (vedi figura 4) per i cavi anteriori della vela se sled o cavi di trazione se si tratta di una vela a centine.
Al centro della barra sullo stesso asse si esegue un foro ulteriore da 8 mm. che accoglie un cordino con all'estremità due anelli in acciaio (4 cm. di diametro) uno per fissarlo all'imbrago e l’altro come fermo per i cavi posteriori.
Nel foro da 8 mm. s’ infila poi un pezzo di tubo in PVC (poli-vinilcloruro) e scaldandolo alle estremità si creano due svasature, così facendo abbiamo una boccola che si interpone tra il cordino passante e il metallo del manubrio, un cordino da sei millimetri in poliestere rivestito può andare bene per il nostro scopo.
Questo foro per quanto possa farci pensare di aver indebolito la barra in verità non reca troppo danno perché la parte centrale dei manubri, dove c’è l’attacco dello sterzo per intenderci, hanno costruttivamente una sezione maggiore.
Per l’impugnatura, io ho scelto una soluzione integrale “manopolone” in spugna lunghe sempre per mountain-bike, mentre all'estremità ho costruito due “calzini” imbottiti tenuti in posizione con del velcro, il tutto per tenere a distanza i profitti del mio dentista.
Ora il nostro attrezzo ha un che di simpatico, però necessita ancora di alcuni accorgimenti, si deve innanzitutto settare due fine-corsa della barra sul cordino centrale, che corrispondono alla flessione delle nostre braccia per dare potenza all'ala e quindi farla salire in cielo e nella distensione delle stesse l’ala dovrà perdere quota, questi due settaggi verranno eseguiti sul campo e determinati eseguendo dei nodi sul cordino, a protezione dei nodi ho inserito due dischetti in materiale plastico.
Tutto ciò che a noi serve per dar manovra alla vela è stato fatto, ora non rimane che prenderci delle garanzie di sicurezza, visto che l’impiego della nostra barra con abbinato un imbrago, alzerà il limite di trazione da noi altrimenti sopportato.
Torniamo al nostro cordino centrale a cui demandiamo gran parte della fatica come abbiamo detto l’anello inferiore lo attacchiamo all'imbrago ma quando le cose si mettono male dobbiamo avere la possibilità di sganciare il tutto, usiamo quindi un moschettone di tipo nautico apribile sotto sforzo (vedi figura 6) al suo azionamento ci liberiamo di barra e vela (tubetto azzurro).
Non rimane che vincolare la vela una volta sganciata la barra per evitare che questa prenda iniziative proprie, mentre noi stiamo lì a fare i merli al sole, torniamo al cordino centrale quindi nell'altra estremità dello stesso, quì noi abbiamo posizionato i cavi posteriori o freni che siano, il cordino ha il suo anello in acciaio (vedi figura 7) i due cavi della vela li faccio passare all'interno dell’anello e poi utilizzando altri due anelli uguali con dei nodi a bocca di lupo, vincolo i cavi, in tal modo i cavi dei freni con gli anelli non potendo passare dal primo anello mi risolvono il problema del fissaggio, ora ad uno dei due anelli dei cavi, posso tramite un cordino e un piccolo moschettone attaccare il tutto all'imbrago.
Ricapitolando abbiamo un problema, molliamo la barra rimane trazione e siamo nei guai, con la mano andiamo ad agire sul tubetto che apre il moschettone parte barra e vela, viene ora trattenuto solo un cavo del freno dal cordino fissato all'imbrago e questo tira giù la vela .
Alcune vele necessitano di avere i cavi montati al contrario da ciò che ho descritto, il gioco non cambia, basta adeguare il tutto.
Il sistema ora è completo non rimane che l’utilizzo per far scuola e trarne il massimo.