A prescindere dalla tipologia dei cavi e loro destinazione d’uso, alcuni accorgimenti e considerazioni ci possono aiutare a fare scelte corrette o quantomeno a riconoscerne i loro limiti ed eventuali punti di forza.
Obbiettivo è ottenere il meglio, anche da come li andiamo ad utilizzare.
Inguainare cavi
Scrivendo di cavi possiamo fare delle considerazioni:
Partiamo dai comuni per arrivare al top, c’è dell’ ovvio,
ma non per tutti…quindi:
- Polipropilene, cavo economico in treccia, dinamico (si allunga) lo si può usare per piccoli aquiloni statici essendo sintetico sorpassa almeno le fibre vegetali (cotone).
- Poliestere, il costo sale leggermente sempre dinamico e in treccia, ha dalla sua un carico di rottura maggiore al precedente a parità di sezione, si trova in commercio anche inguainato quindi spesso è colorato, va bene per aquiloni ascensionali di media grandezza unico neo è quello della sezione per avere 100—160 Kg. di carico di rottura si deve avere un cavo di 2,5—3 millimetri di sezione da una parte è comodo perché non “scotta” le mani facendolo scorrere (i guanti non sono un vanto) ha come antitesi la resistenza aerodinamica prodotta dallo stesso quando ne abbiamo decine di metri in cielo, senza dimenticare il peso che si porta con se.
- Nylon, praticamente come sopra un po’ più robusto, da bagnato si allunga un po’ di più, che stranezza, sono pur sempre fibre sintetiche poco permeabili ad acqua e umidità.
- Dacron, marchio registrato, eccellente rapporto peso-sezione-carico di rottura, di uso comune, ma di classe, rimane tra i dinamici anche se tuttavia non è proprio un elastico (sezioni piccole si trovano anche nei negozi di pesca), la sua morte è con degli ascensionali ma va benissimo anche per eseguire le briglie, in quanto delle volte un piccolo allungamento delle stesse sotto raffica rendono l’aquilone meno nervoso (senza pretese lo si può utilizzare per degli acrobatici).
Piccola divagazione: In passato avevo costruito un aquilone “pilota” a centine di circa nove metri quadri tirava come un cavallo, perfetto, le briglie erano tutte in kevlar, ebbene ogni tanto inspiegabilmente passava lo zenit e andava a bionde per conto suo, le avevo provate tutte, cambiato angolo d’incidenza al vento, montato delle code importanti, niente, il risultato non cambiava, quando avevo già le forbici in mano pronto a ucciderlo, ricevo l’inaspettato consiglio, prova a fare le briglie in poliestere o dacron, cosa ti costa……………..
Risultato.. da non crederci, era addomesticato, tuttora vive in famiglia.
- Kevlar, cavo di tipo statico (coefficiente di allungamento bassissimo) non intrecciato in modo importante, non sopporta molto i nodi, si trova spesso inguainato, gli agenti atmosferici nel tempo lo disturbano, rispetto a una data sezione ha un carico di rottura impressionante lo stesso aggettivo per il costo, non inguainato lo si può usare per gli aquiloni combattenti, tipo Rokkaku o altri, già di suo è un cavo abrasivo considerato non a torto un cavo killer, se uno è sufficientemente “bastardo dentro” può anche esagerare e cospargere il medesimo con polvere di vetro (vedi tradizioni asiatiche) può così recidere il cavo dell’avversario durante i combattimenti e poi anche se alla fine non vince il combattimento, magari è riuscito a mutilare qualcuno, può pur sempre valere come pareggio.
- Dyneema, fibra di ultima generazione (Dyneema per gli olandesi, Spectra per gli americani) treccia fitta aspetto quasi cerato, cavo statico, resistente al taglio e abrasione, carico di rottura elevato come il kevlar, costo anche, va benissimo per acrobatici e trazione, per il kitesurf si può trovare inguainato, sopporta meglio i nodi, siamo nell' élite.
Arrivati alla scelta del cavo giusto per il nostro scopo, la considerazione che si può fare è questa, quale sarà la parte più stressata nel nostro utilizzo, le estremità naturalmente, perché è lì che andremmo ad attaccare fisicamente la creatura da una parte e la tratteremo dall'altra.
La cosa più rapida e semplice per conseguire il nostro obiettivo (oltre a un groppo) è avere un’asola con cui andremo a fare un nodo a bocca di lupo sullo spezzone finale di cordino che trattiene briglie, maniglie, o ancora che sia.
Per allungare la vita della nostra asola possiamo inguainare il cavo se questo non è già rivestito.
Per fare ciò occorre procurarsi 40 cm. di cordino con guaina in poliestere, ne abbiamo scritto sopra, sfilando l’ anima esistente ci siamo procurati la guaina a basso costo .
Questa prima di essere manipolata troppo andrebbe un po’ scaldata con un accendino all'estremità conservando intatto il foro, dove far scorrere il nostro cavo, ci si può aiutare con un ago di dimensioni adeguate.
Ora utilizzando un filo d’acciaio sottile (filo armonico per piombi, “mi cantino” ultima corda in basso della chitarra classica, l’anima di un cavetto elettrico rigido di tipo telefonico) lo si fa scorrere all'interno della guaina anche doppio per andare a catturare il nostro cavo per poi tirarlo a ritroso all'interno della guaina.
Ora abbiamo della guaina in poliestere a protezione del nostro cavo prezioso, l’asola la possiamo chiudere eseguendo una gassa d’amante o un nodo similare................. già il nodo.
La guaina protegge senz'altro il cavo ma lì ci sarà in ogni caso un nodo che può ridurre di molto la resistenza alla rottura del cavo (si può tranquillamente pensare a un 30% in meno, restando ottimisti).
Una soluzione raffinata è quindi prendere la nostra macchina da cucire impostarla sul “zigzag” con un piccolo avanzamento (0,5) infilare sotto il piedino il nostro cavo ripiegato verificare dove va a cadere l’ago e fare almeno 10 cm. di cucitura………………... la pratica fa miracoli.
In questo modo abbiamo realizzato il massimo ottenibile, si può usare della guaina auto restringente della misura che necessita per rendere ancora più pulita l’esecuzione del nostro lavoro (la guaina la si trova in negozi di materiale elettrico ed elettronico c'è in tutti i colori) .
Non inguainando il cavo lo si potrebbe anche impalmare, ciò consiste nel creare l’asola infilando l’ estremità del cavo (utilizzando un ago) su se stesso,entrando lateralmente a circa 30 cm. dalla fine del cavo e facendo scorrere l’estremità all'interno del cavo per almeno 10 cm. si esce sempre lateralmente e quando ci sarà trazione il tutto si fisserà in modo definitivo (dacron e dyneema consentono questo virtuosismo).
Disquisir di cavi.
Implementando quanto già scritto, ampliamo la prospettiva del modesto sapere.
Scrivendo di cavi e loro preparazione, possiamo aggiungere quanto segue.
I cavi che noi acquistiamo per praticare aquilonismo acrobatico e trazione (generalmente dyneema) ci vengono forniti spesso con la dicitura “prestirati”, ma se vogliamo definire con precisione la loro lunghezza meglio eseguire quanto segue.
Si eseguono le linee occorrenti in quantità e lunghezza, tenendo un metro di abbondanza per ogni linea, all’ estremità di ogni linea si pratica un’asola finita (io generalmente metto la guaina e pratico la cucitura zig-zag).
Nelle altre estremità si può praticare un’asola provvisoria con un nodo, ancorando ora la linea con l’asola finita ad un punto fisso si porta in tensione senza forzare la linea, a questo punto si esercita un’ulteriore trazione (se il cavo è destinato ad una vela a centine io mi aiuto con l’imbrago), e si mantiene questa forza applicata per qualche minuto, in pratica si fa lo stretching al cavo, non si deve logicamente avvicinarsi troppo al carico di rottura del cavo.
Questa pratica la ritengo tuttavia di minor rilevanza su cavi con carico di lavoro modesti (acro da indoor) se invece i cavi sono destinati alla trazione la consiglio caldamente.
Ritornando alla forza in trazione esercitata in origine di questa operazione di stiratura, traguardo la lunghezza desiderata del cavo utilizzando un pennarello, utilizzo quindi un punto fisso a pavimento o su un muro o semplicemente utilizzando il riscontro eseguito sul primo cavo come riferimento, una volta eseguita la marcatura di tutte le linee non rimane che tornare sul tavolo di casa e procedere all'esecuzione dell’asola definitiva.
Per avere un micro-settaggio da poter eseguire sul campo di volo, non si esegue la seconda asola mediante cucitura o altro, ma mediante nodi, i quali se praticati come da figura ci permettono un settaggio di precisione sul campo di volo.
Si eseguono due nodi semplici uno a inizio guaina, il quale trattiene guaina e anima della linea, l’altro a fine linea, avrà funzione di stop.
Un terzo nodo semplice sulla guaina andrà a raccogliere l’estremità della linea, il settaggio sul campo si praticherà semplicemente allentando e spostando questo nodo.
Altro consiglio interessante è quello di porre una piccola asola fermata con una bocca di lupo sull’asola della linea tirando questa piccola asola quando vogliamo togliere i cavi dalla creatura allenteremo la bocca di lupo della linea, mani fredde, unghie corte e nodo bloccato non saranno più un problema.
Per quanto riguarda la pratica dell’impiombatura in
rete ci sono dei tutorial uno di questi è
FIXED BRIDLE KITE LINE LOOPS (you tube).
Un articolo sui cavi Nylon, Kevlar e Dyneema è presente nella pagina blog.
news/chimica-fisica-e-zero-in-condotta-/
Per aiutarsi nella fase di cucitura delle asole si può eseguire una maschera come spiegato nella pagina:
products/cucire-una-briglia/