Non è un manuale completo, sono solo poche considerazioni....un pò di storia, alcuni consigli per infilare i filati in macchina, qualche trucchetto, utilità più o meno discutibili, in ogni caso spesso ci si ritrova con dei "nodi da sciogliere".....A proposito di filati, queste righe spero servano a sbrogliare qualche nodo!
I misteri delle macchine per cucire
I misteri delle macchine per cucire.

Una delle opportunità che il mondo della tecnologia ci offre, è quella del controllo totale in base statistica di ciò che ci succede intorno, spesso la cosa si trasforma a nostro svantaggio, perché questa logica è in grado di gestire e controllare anche le nostre scelte, in questo specifico caso posso rassicuravi che è il contrario, mi spiego meglio per non partire con questo nuovo scritto con il piede in fallo.
Quotidianamente siamo controllati ed indirizzati più di quanto noi crediamo da un sistema a noi poco utile, ciò per altri sembra al contrario indispensabile, sicché telecamere, tracce elettroniche, e nostri specifici interessi espressi da acquisti, ricerche, e quant’altro, vengono analizzati e gestiti da terzi in base statistica, affinché possiamo noi nostro malgrado, comparire nelle percentuali di studio dei sistemi, o peggio ancora in particolari liste che prima o poi finiscono per condannarci, con qualche colpa a noi sconosciuta, con la stessa logica, le visite nel mio sito vengono analizzate da un sistema, ed io capisco a seconda delle frasi di ricerca, quali domande sono più comuni, straordinariamente, sembra che la macchina per cucire ci tolga il sonno, fornendoci quesiti e problemi, che noi tramite la rete web cerchiamo di espiare.
Forse allora due righe su questo mondo possono essere utili a me e a voi per conoscere meglio la nostra piccola macchina da cucito.
L’articolo è sviluppato, scavando dapprima tra la storia della nascita di questa macchina, è sempre interessante sapere l’origine dei propri guai.
Passeremo poi alla sua manutenzione, da molti trascurata, ritengo sia il modo migliore per conoscere e coccolare l’oggetto del nostro lavoro.
Seguiranno due righe sulla messa a punto, utili a inizio lavoro e concluderemo con qualche comune inconveniente, il quale ci può portare a problema irrisolto, in un confessionale con la retorica frase “Padre mi ascolti ho peccato!”.
Alcuni trucchetti e consigli cercheranno di dare senso a questo mio scritto, come sempre non esaustivo ma semplicemente aperto ad essere letto e considerato nella misura che voi riterrete più opportuna.
Inizio di un grande viaggio (ovvero accenni di storia delle piccole macchine da cucito).
I primi brevetti di questo prodotto si perdono in 100 anni di sviluppo spesso con soluzioni diversissime e storie che sembrano anticipare la rivoluzione industriale che noi nostro malgrado abbiamo appreso sui banchi di scuola.
Il primo approccio e brevetto porta il nome del tedesco Karl Friedrich Wiesenthal siamo nel Luglio del 1755, il quale mediante un ago a doppia punta con cruna centrale, diede stupore il sistema definirlo macchina forse è troppo generoso, in ogni caso non vi è traccia definita di ciò che comportava tale studio, siamo agli albori.
Non seguendo la stessa logica costruttiva troviamo un prototipo conservato tutt’oggi al Vittoria and Albert Museum di Londra siamo nel 1790 ed il costruttore era un’inglese.
Inglesi e Tedeschi nell’arco di 50 anni costruiranno diversi oggetti, che di macchina da cucire come noi la conosciamo poco hanno a che fare, ma di paternità Europea di diversi sistemi e sviluppi ne possiamo essere certi, sono i precursori di alcune soluzioni tuttora presenti nelle nostre macchine da cucito. Si arriva così a varcare di un decennio l’anno 1800, quando, un sarto viennese mise fine all’egemonia Anglo-tedesca e nel 1814 con la sua ultima invenzione, Joseph Madersperger fu insignito di una medaglia dall’Imperatore austriaco per tale audacia, l’unico esemplare al mondo di questa macchina è conservato presso il Technishes museum di Vienna.
La cosa a mio avviso interessante è che questo insieme meccanico era in grado di eseguire 150-200 punti al minuto (per normativa di legge oggi le macchine non professionali hanno un limite massimo di 300 punti minuto).
Siamo arrivati agli inizi dell’era moderna del cucito con una macchina, nel frattempo anche negli Stati Uniti c’era un certo fermento costruttivo, si ebbe uno sviluppo di cui però non rimane traccia storica in quanto un furioso incendio distrusse laboratorio, disegni e prototipo, in contemporanea oltre oceano, in Francia, aprii una fabbrica con all’interno più di 70 macchine per cucito costruite in legno, ma ben presto una folla furente di “sarti a domicilio” assalii i laboratori, sicuramente sentivano minacciato il loro futuro economico, anche in questo caso il fuoco ebbe la ragione del contendere, distruggendo tale novità.
Altri misero a punto quanto sino allora si era costruito, tant’è che già esistevano piccole aziende che costruivano in serie tali macchine, ma nel 1851 spunta un nome a noi famigliare, forse per noi il pioniere delle macchine da cucire, senza dubbio degno
della nostra attenzione, in quanto porta con se la storia romantica del giovane precario in perenne sopravvivenza economica, che dal nulla sfruttando l’unica occasione della vita riuscii a creare un impero, il suo nome era Isaac Merrit Singer,
nato a Pittstown nello stato di New York, figlio di un panettiere emigrato dalla Germania.
La sua attitudine per la meccanica, lo portò a progettare la prima macchina da cucire con un braccio parallelo al piano di lavoro, migliorando radicalmente ciò che fino ad allora era stato considerato funzionale allo scopo, comparve così sempre nel suo progetto, anche un sistema a molla con il compito di tenere il tessuto fermo sotto l’ago durante il lavoro, non siamo distanti a ciò che noi oggi conosciamo molto bene. In seguito al primo prototipo, si arrivo presto alla macchina a pedale, iniziandone così la sua commercializzazione, e dopo soli 30 anni Singer, produsse il primo modello con motore elettrico.
In Europa contemporaneamente spunta il nome di Michael Pfaff il quale con lungimiranza abbandonò la produzione di strumenti musicali a fiato e si dedicò alla produzione, su suo brevetto, di macchine per cucire.
Dobbiamo aspettare il 1890 per trovare in Germania la prima macchina per cucire con navetta oscillante, questa macchina ebbe un grande successo, in verità qualcosa di simile era già stato sperimentato in un periodo antecedente, ma in questa occasione ci fu il riconoscimento ufficiale della sua valenza..jpg)
Vari perfezionamenti e brevetti nel mondo portarono a diverse soluzioni costruttive, dividendo anche nelle scelte le varie aziende che producevano macchine per cucire, definendo per classe le macchine da cucire per uso domestico e le industriali.
Si iniziò in questi anni a costruire a livello industriale macchine da cucito anche in
Italia...jpg)
La produttività industriale è a questo punto in piena corsa, sia nella manifattura del tessile, con tempistiche sui prodotti praticamente dimezzate, sia nella produzione di macchine da cucire.
Nel 1975 la Singer produce la prima macchina da cucire elettronica al mondo (Athena 2000) siamo quasi ai nostri giorni, e lo sviluppo continua.
Famosa è una frase di Mhatma Ghandi il quale nel suo rifiuto e boicottaggio delle tecnologie, disse riferendosi alla macchina per cucire” questa è una delle poche cose utili, che sia mai stata inventata”
La manutenzione della nostra macchina per cucire.
Ogni macchina porta con se il suo libretto uso e manutenzione, se non l’avete, cercatelo in rete scoprirete che è un valido strumento per lavorare al meglio, (anche un manuale di una macchina simile alla vostra può essere d’aiuto).
Oltre alla rumorosità meccanica, anche la lanuggine residua di tessuti e filati può dare problemi, il necessario per eseguire queste operazioni di pulizia e manutenzione generalmente lo abbiamo già in casa, ( bastoncini per la pulizia delle orecchie, stuzzica denti, pennello a setole dure, straccio di cotone e olio fino ) consiglio, se non avete in casa il pennellino e olio compratelo dedicato in un negozio di macchine per cucire o merceria (“l’olio è il perno della meccanica” ma se non è quello richiesto dalla nostra meccanica peggiora notevolmente il funzionamento delle vostra piccola, non eccedete con l’olio meglio posarlo con un bastoncino per orecchie, oltre che a risputarlo nel tempo sui tessuti, nella sede spolina o navetta, incolla il filo inferiore facendo talvolta saltare i punti ).
Iniziamo a pulire: togliamo la presa della corrente elettrica, i filati dalle loro sedi e anche l’ago volendo lo possiamo rimuovere, con il necessario iniziamo a pulire tutto il meccanismo del premistoffa ( puliamo dal supporto piedino e supporto ago sino a risalire, se necessario smontiamo le coperture della macchina si aprirà il mondo dei nostri predecessori e a noi questo servirà per capire meglio la creatura, i vari alberini e camme che vedremo lavorare muovendo il volano avanti e indietro possono essere inumiditi di olio con il bastoncino per le orecchie).
Rimuovendo queste coperture laterali e superiori, notiamo il sistema a molla per la regolazione delle pressione del piedino sui tessuti, l’insieme è posto nella parte laterale sinistra.
I vari ingranaggi, zona centrale superiore che ci consentono di cambiare tipo di punto ogni macchina porta delle differenze costruttive, ma in fondo non sono troppo dissimili.
Nella zona volano, parte destra, notiamo la cinghia del motore controlliamo la sua tensione e stato d’uso, una cinghia troppo lasca fa impiantare l’ago sui tessuti pesanti, slittando sulla puleggia della meccanica, una cinghia troppo tesa nel trasferire il moto perde efficienza facendo fatica per attrito a muoversi sulle pulegge il risultato è come sopra se lo riteniamo opportuno possiamo sostituirla.
La cinghia deve avere un suo gioco, premendo la cinghia con un dito tra le due pulegge, possiamo valutare una flessione fino ad 1 cm. è da considerare regolare, alcune cinghie non trasferiscono il moto da motore a meccanica superiore, bensì da meccanica superiore a meccanica inferiore queste possono essere cinghie dentate, catene, o un mix di cinghia con inserti in ferro, sono calibrate in una precisa posizione dando il ciclo di funzionamento della macchina ("la fase”) non vanno toccate o rimosse potremmo addentrarci in strade a senso unico, creandoci guai se la nostra attitudine alla meccanica fine ha dei limiti di conoscenza.
Le macchine datate, portano in corrispondenza delle camme e bronzine dei forellini sulle coperture se noi facciamo cadere un goccino d’olio senza rimuovere le coperture gli ingranaggi festeggeranno comunque l’avvenimento.
Possiamo osservare anche la frizione dove passa il filato superiore, si trova generalmente davanti al nostro naso, per intenderci è quell’insieme di dischetti e rotellina di regolazione cui noi nell’atto d’infilatura del filato superiore andiamo a fare un giro nella sua circonferenza, inserendo il filato proprio tra due dischetti, questo è un organo delicato la sua funzione è di cedere il filato superiore e trattenerlo con la giusta forza.
Generalmente i dischetti sono tenuti in pressione da una molla, ci possono essere interposti dei dischi in sughero o feltro, non smontate questo insieme se non capite dall’esterno come è composto, la sua pulizia è invece consigliabile (assicuratevi che non ci siano dei filacci tra i due dischi stringi filo), assolutamente da evitare l’utilizzo di olio per lubrificare le parti.
Torniamo al piedino premistoffa, sotto di esso abbiamo le griffe di trasporto, possiamo rimuovere la copertura (generalmente basta un giravite a misura, la placca è cromata o in inox) possiamo notare come il frutto del nostro lavoro trascorso ha lasciato in ricordo filacci e lanuggine, tutto va rimosso e pulito, possiamo rimuovere la spolina dal suo alloggiamento estrarre anche la navetta e pulire tutto contemporaneamente.
La presenza di punti irregolari nel cucito spesso è frutto di sporcizia nella zona griffe, la mancata chiusura di un punto è talvolta data da impedimenti di lavoro del filo della spolina in quanto incontra dei residui di sporco presenti nella navetta (ci può capitare di trovare nella cucitura eseguita un batuffolo di lanuggine, ebbene quanto appena scritto è da praticare, la vostra piccola vi sta risputando gli esuberi delle vostre mancanze).
La navetta si può leggermente lubrificare, ma è meglio dopo averla lubrificata, passare tutta la navetta con uno straccio di cotone pulito prima del suo reinserimento, (il filo della spolina potrebbe incollarsi nelle zone rimaste umide d' olio e non venire raccolto dal filo superiore, risultante di ciò, punto saltato).
Ora rimontiamo il tutto e giriamo la macchina sottosopra, togliamo la copertura inferiore se presente, notiamo la meccanica che muove le griffe di trasporto, (avanzamento punto) e ciò che è dedicato al movimento della navetta, possiamo anche capire cosa succede quando premiamo il tasto di marcia indietro, ruotando il volano vediamo il tutto come funziona, anche qui pulizia e leggera lubrificazione sono opportune, (l’eccesso d’olio verrà nel tempo ceduto sul tavolo di lavoro, meglio non abbondare).
Terminate queste operazioni abbiamo eseguito il tagliando della nostra, ora siamo più consapevoli dei suoi misteri.

La messa a punto e preparazione al cucito.
Iniziamo a valutare ciò che andiamo poi a cucire, a seconda del tipo di materiale useremo il miglior ago possibile (ho scritto un articolo sugli aghi nel blog, lo ritengo molto utile, almeno per chiarezza d’intenti) anche il piedino può essere di supporto al nostro lavoro la scelta può essere variegata (esistono anche piedini in teflon in grado di far correre meglio il tessuto superiore, ci sono diversi piedini che aiutano a praticare particolari tipi di punto).
Fatto questo scegliamo il filato e andiamo a avvolgere la nostra spolina, io ho abitudine di trattenere il filato leggermente tra le dita durante il suo avvolgimento, questo per evitare che sia troppo morbido e rischi di creare azioni non volute in fase d’uso, alcune macchine non avvolgono a dovere i filati sulle spoline, la risultante è un abbozzo di rocchetto il quale sicuramente ci presenta il conto con un bel nodo.
La spolina va ora alloggiata nel porta spolina il filato deve risultare avvolto in senso orario nell'atto dell'inserimento, in questo modo quando faremo passare l’estremità del filo sotto la lamella o sistema che tratterrà il filo svolto dal rocchetto, praticherà all’interno del porta spolina una decisa inversione di marcia nel dare filo questo è il modo corretto d’inserimento della spolina.
Possiamo eseguire una prova di corretta funzione, prendiamo il filo che esce dal porta spolina lo teniamo in mano e lasciamo appeso il porta spolina con posizionata internamente la spolina ora diamo due o tre colpetti tipo yoyo se il porta spolina rilascia un po’ di filato ogni colpo dato, tutto è a posto, se il filo corre libero o se contrariamente non ne viene rilasciato, eseguiamo quanto segue: mediante un piccolo
giravite andiamo a fissare o allentare la vite laterale posta di fianco al portaspoline, modificando così la pressione della lamella (questa è un’operazione da eseguirsi una tantum, tanto vale scriverla).
Possiamo inserire il tutto nella navetta tenendo libero 15 cm. di filato (alcune
macchine, generalmente quelle con navetta orizzontale non hanno portaspolina, la spolina va posta semplicemente nella sua sede solidale alla navetta, ciò non toglie che va inserita considerando sempre l’inversione di marcia del senso di avvolgimento del filato rispetto all’uscita laterale, ed è sempre presente la lamella o sistema per trattenere il filato).
Andiamo ora a posizionare il rocchetto del filato superiore, sia che sia in verticale o in orizzontale possiamo avere una piccola attenzione spesso i rocchetti hanno da un lato della loro anima una scanalatura ferma filo o una sede conica, queste possono dare fastidio allo svolgersi del filato durante l’uso, meglio abituarsi a tenere questi particolari nella parte inferiore del porta rocchetto se questo è posto in posizione verticale o lato destro se il porta rocchetto è orizzontale, quando il filo s’incastra crea punti orrendi e poi tendenzialmente questo inconveniente porterà alla rottura il filato, noi generalmente a tal punto ne approfittiamo per scaricare i nervi su ogni cosa che ci circonda, partendo dalla nostra creatura.
Andiamo ora ad infilare il capo esterno del filato superiore attraverso gli occhielli guida, parte superiore macchina, raggiugendo dall’alto la nostra frizione, passiamo il filo tra i dischi di quest’ultima ed usciamo di nuovo verso l’alto (se abbiamo eseguito correttamente l’operazione il filato risulterà trattenuto dalla frizione, se corre libero ripetiamo l’operazione perché siamo in errore).
Passiamo ora il filo attraverso il foro di quella leva che corre in verticale davanti al nostro naso quando cuciamo, scendiamo con il filo e andiamo a passarlo nei guida filo e a seguire nella cruna dell’ago portando poi almeno 15 cm. di filato all’indietro e sotto centralmente al piedino.
Analizziamo ora cosa succede, la leva si alza e chiede filo alla frizione, questa lo cede chiedendo il filo al rocchetto del filato superiore però poi lo trattiene, vediamo dopo perché, la leva verticale adesso segue l’ago nella sua discesa attraverso i tessuti portando con se la sua disponibilità di filo, l’ago si trova ora nella parte inferiore interna della macchina qui raccoglie il filato della spolina e quest’ultimo cinge il filato superiore, l’ago è pronto a risalire l’abbondanza del filato superiore viene meno la frizione sta’ trattenendo il filo questa tensione che si crea ci chiude il punto, la leva risale e chiede altro filo alla frizione ed è pronta a ricominciare il gioco, nel frattempo le griffe hanno spostato il tessuto nella misura da noi data di lunghezza punto.
Ritorniamo nella cruna dell’ago abbiamo scelto l’ago giusto!, questo è dritto? Poniamolo su un piano prima di montarlo se visivamente da dubbi celebriamo il suo funerale, l’ago va montato portando l’insieme porta-ago nella posizione più alta, allentando la vite o rotella zigrinata posta generalmente di fianco al porta-ago, si sfila il vecchio ago e si pone il nuovo, bisogna assicurarsi che il medesimo sia arrivato fino alla battuta interna e la sua posizione sia corretta generalmente parte tonda dell’ago posta
anteriormente con la cruna a vista da dove noi siamo seduti, non è una norma certa, (le vecchie Necchi portavano la cruna di lato ed essendo spesso usurate nella zona sede dell’ago lasciavano ampi dubbi su come posizionare quest’ultimo, ecco perché la ricerca del manuale d’uso può risultare veramente d’aiuto, vi si ricorda che l’ago montato in posizione errata, crea nodi, fa saltare punti e può rompersi colpendo maldestramente la navetta o la copertura delle griffe ove c’è il foro per l’ago).
Il tutto ora è pronto, macchina e filati sono al loro posto, possiamo con la mano sinistra trattenere il filo del rocchetto superiore alla sua estremità quella che prima abbiamo tenuto con abbondanza di 15 cm. dietro e centralmente sotto il piedino, ora con piedino premistoffa alto, ruotiamo il volano in avanti andando a raccogliere il filato inferiore, quando l’ago risale deve portare con se anche il filato della spolina, possiamo aiutarci con forbice o strumento taglia-asole per far uscire questa estremità del filo dal foro ago del pianale, lo posizioniamo centralmente e all’indietro sotto il piedino tenendolo di eguale lunghezza come il filato superiore, (se il filato inferiore non esce al primo colpo, c’è un errore tra spolina navetta e ago, la cosa si ripeterà durante il lavoro di cucitura, meglio ricontrollare il tutto).
Eseguiamo una cucitura di prova, tipo di punto, lunghezza del medesimo e materiale saranno quelli del lavoro prossimo, dobbiamo bilanciare le tensione dei filati, come da figura dobbiamo avere l’incrocio dei filati al centro della sezione di vista del tessuto cucito.

Se il filato inferiore appare nella parte superiore del tessuto, ciò significa che la tensione del filato superiore è eccessiva dobbiamo allentare girando in senso antiorario la frizione se questa è provvista di rotella numerata scenderemo di valore.
Se il filato superiore appare nella parte inferiore del tessuto, ed i punti da sotto sono blandi, bisogna stringere girando in senso orario la rotella della frizione se rotella numerata portarla a valori superiori.
Una regolazione ulteriore è data dalla pressione del piedino, empiricamente si aumenta la pressione girando in senso orario la rotella posta nella parte superiore della macchina, lato sinistro, per tessuti con maggior spessore.
Si diminuisce la pressione per tessuti sottili e zigzag, ma generalmente solo nel rammendo o cucendo seta e organza ci viene richiesta maggior attenzione alla pressione del premistoffa.

Piccoli inconvenienti.
Rottura del filo superiore.
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Il filato superiore non è correttamene posato, --ripetere l’operazione d’infilatura riflettendo sui passaggi da eseguire.
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La tensione data dalla frizione è troppo elevata,-- portare la rotella a valori inferiori se numerata o girarla in senso antiorario ed ottimizzare la tensione.
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L’ago non è adeguato al tipo di tessuto da cucire,-- possiamo avere la cruna piccola e stiamo utilizzando un filato troppo grosso, il filato non trova posto nel foro praticato dall’ago nel tessuto ed il materiale riesce a tagliarlo, meglio usare aghi con la cava per il filo e aghi dedicati al tessuto che stiamo cucendo (vedere nel blog del sito articolo “il cammello nella cruna dell’ago”).
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Il filo può non essere idoneo,-- troppo sottile per l’ago che stiamo usando o il tessuto troppo spesso per essere cucito con quel dato filo.
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L’ago è spuntato o piegato,-- cestiniamolo dopo aver provato un altro ago.
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I filati non sono posizionati a dovere,--vanno sempre portati sotto il piedino e rivolti all’indietro ad inizio cucitura.
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Inserimento dell’ago non corretta,-- rivedere il senso d’orientamento dell’ago, utile il manuale d’uso del modello di macchina che stiamo usando.
Rottura del filo inferiore.
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Avvolgimento della spolina maldestro,-- il filato nella spolina deve essere avvolto ordinato e con una buona tensione, se a vista la spolina risulta avvolta male sicuramente darà problemi.
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Spolina danneggiata,-- questa se di materiale plastico può avere una crepa ed il filato rimanere incastrato.
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Presenza di filacci e lanuggine nella navetta,-- meglio perdere del tempo ed eseguire una corretta pulizia.
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Navetta non montata correttamente,-- ripetere le operazioni d’inserimento navetta e spolina riflettendo sui passaggi da eseguire.
Rottura dell’ago.
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L’ago non è montato correttamente,-- controllare la posizione e se è inserito fino in fondo nella sua sede, nel riprovare con il nuovo ago eseguite prima dei punti a mano ruotando il volano, cercando di capire se ci sono impedimenti a volte la punta del vecchio ago rotto rimane nella navetta.
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Vite di fissaggio,-- controllate se la vite di fissaggio ago era stata serrata bene, c’è la possibilità che la stessa inizi a non serrarsi completamente avendo il filetto usurato, quindi detto morsetto non riesce a fissare l’ago in modo sicuro e soddisfacente.
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La tensione del filato superiore è eccessiva,-- portare la rotella della frizione a valori inferiori o girarla in senso antiorario, cogliere occasione per capire se il filato superiore è infilato correttamente.
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Ago non idoneo,-- verificare se abbiamo lascito in macchina un ago troppo sottile ed ora siamo a cucire un tessuto molto spesso.
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Ago piegato,-- non sempre tiriamo il tessuto da dietro a fine cucitura, talvolta lo tiriamo di lato o in avanti in questi casi andiamo a piegare l’ago il quale a breve presenterà il conto, per estrarre il tessuto a fine lavoro bisogna tirarlo da dietro e se c’è tensione sul filato ci si aiuta con il volano manualmente per dare filo senza forzare.
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Spostamenti dei selettori,-- quando cambiamo punto dobbiamo sempre avere l’ago in alto in posizione di riposo se passiamo da una cucitura lineare ad un zig-zag con l’ago nel tessuto lo forzeremo rischiando di piegarlo e quindi romperlo.
Salto di punti cucitura.
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Ago non montato correttamente,-- controllate se l’ago è stato montato correttamente quindi a fondo nella sua sede rispettando il senso di montaggio cogliamo occasione per verificare il serraggio della vite di fermo.
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Ago piegato o spuntato,-- sempre l’ago può non lavorare correttamente se piegato può nel penetrare i tessuti da cucire spostandosi dal punto d’incontro del filato inferiore , se spuntato stesso discorso, in quanto la penetrazione nel tessuto avviene in modo forzato.
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Ago errato,-- (presente articolo nel blog) la scelta di un ago per un determinato lavoro è importante, spesso per pigrizia si da poco valore alla cosa, ma quando occorre ci si accorge della differenza (vedi utilizzo di ago tipo stretch per tessuti elastici, sottili e sintetici ad esempio).
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Il filato superiore non è correttamene posato, --ripetere l’operazione d’infilatura riflettendo sui passaggi da eseguire.
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Piedino premistoffa,-- controllare la sua pressione sul tessuto, se inavvertitamente lo abbiamo lasciato sollevato o se nella zona dei punti saltati vi è di fatto una variazione di spessore del tessuto in tal caso ci si può aiutare escogitando trucchetti come descritti di seguito.
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Lubrificazione eccessiva,-- pulire la navetta con un panno di cotone asciutto il filato può incollarsi sugli eccessi d’olio, anche la presenza di filacci e lanuggine nella navetta sono cattivi messaggeri, meglio perdere del tempo ed eseguire una corretta pulizia.
Punti irregolari.
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Ago non adatto al tessuto,-- (presente articolo nel blog) la scelta di un ago per un determinato lavoro è importante, spesso per pigrizia si da poco valore alla cosa, ma quando occorre ci si accorge della differenza (vedi utilizzo di ago tipo stretch per tessuti elastici, sottili e sintetici ad esempio).
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Tensione dei filati,-- la corretta definizione estetica dei punti è determinata dalla giusta bilanciatura della tensione dei filati, (rivedere il paragrafo, eseguiamo una cucitura di prova, e tramite la rotella della frizione ottimizziamo la tensione dei filati).
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Difficoltà d’avanzamento tessuti,-- leggendo il paragrafo relativo a escogitando trucchetti si può aver ragione di risultati estetici che tutto sommato non dipendono solamente dalla nostra piccola.
Trasporto irregolare.
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Assenza di trasporto,-- Se il modello di macchina prevede l’abbassamento delle griffe per il ricamo a mano libera controllate il pulsante d’innesto in ogni caso a macchina libera e piedino alzato verificate il movimento delle griffe.
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Accumoli di filacci e lanuggine zona griffe,-- probabilmente è arrivata l’ora di coccolare la vostra piccola, andate al paragrafo, la manutenzione della nostra macchina da cucito, e fatevi coraggio, nel caso specifico occupatevi della zona griffe rimuovendo la copertura sul piano macchina.
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Pressione del piedino debole,-- l’insieme spessore tessuto, avanzamento tessuto e pressione piedino non hanno un buon equilibrio proviamo soprattutto se il tessuto è spesso ad aumentare la pressione esercitata dal piedino giriamo in senso orario la rotella generalmente posta sul lato superiore a sinistra della macchina se questa è numerata aumentiamone il valore.
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Punti troppo piccoli,-- se stiamo cucendo con una lunghezza punto esigua può succedere che le griffe non riescano a trasportare costantemente il tessuto in modo uniforme, aumentiamo la lunghezza punto e riproviamo.
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Attriti,-- Se stiamo cucendo vinili o gomme abbiamo attriti superiori alla capacità della macchina di trasportare il tessuto possiamo dare una letta ad escogitiamo trucchetti per risolvere il problema
Rumorosità della macchina.
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Presenza di filacci e lanuggine,-- la presenza di filacci e lanuggine nella navetta e nella zona griffe sono cattivi messaggeri, meglio perdere del tempo ed eseguire una corretta pulizia.
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Meccanica asciutta,-- probabilmente è arrivata l’ora di coccolare la vostra piccola, andate al paragrafo, la manutenzione della nostra macchina da cucito, e fatevi coraggio.
Il tessuto si arriccia.
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Tensione elevata del filato superiore,-- I filati non sono bilanciati, portare la rotella della frizione a valori inferiori se numerata o girarla in senso antiorario ed ottimizzare la tensione.
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Il filato non è correttamene posato, --ripetere l’operazione d’infilatura riflettendo sui passaggi da eseguire.
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Il punto è troppo lungo,-- se il tessuto è sottile può richiedere una lunghezza punto minore di quella impostata verifichiamo.
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Ago inadatto,-- (presente articolo nel blog) la scelta di un ago per un determinato lavoro è importante, spesso per pigrizia si da poco valore alla cosa, ma quando occorre ci si accorge della differenza (vedi utilizzo di ago tipo stretch per tessuti elastici, sottili e sintetici ad esempio).
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Il filo è troppo grosso,-- il filato che stiamo usando forse è troppo grosso per il tessuto che vogliamo cucire.
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Tessuto troppo sottile,-- vedere il paragrafo, escogitando trucchetti, vi è una disquisizione a proposito di tale inconveniente se possibile ci si può aiutare con della frisellina, un non tessuto applicabile anche a caldo con il ferro da stiro in grado di dare consistenza al tessuto da cucire.
L’asola automatica non viene eseguita.
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Densità punto,-- provare a variare mediante prove l’avanzamento del punto.
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Tessuto sottile,-- se possibile utilizzare frisellina o altro per dare consistenza al tessuto evidentemente il medesimo è troppo sottile per consentire un corretto lavoro.

Escogitando trucchetti.
Spesso nel cucire bisogna inventarsi qualche stratagemma per aver ragione di situazioni che altrimenti rischiano di vanificare la nostra buona volontà nell’eseguire un lavoro al meglio.
Queste soluzioni possono risultare per alcuni sciocche, ma non tutti possono avvalersi della nonnina versione tutorial, per loro e anche per me, ecco alcune considerazioni.
Partiamo sempre dal presupposto che abbiamo una macchina da cucito per uso domestico e il nostro investimento d’acquisto è distante dagli standard d’élite.
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Mantenimento della posizione.
Questo primo approccio, può sembrare superfluo, ma non è così scontato, noi nella nostra esistenza compiamo un’infinità di operazioni quotidiane, che nel tempo abbiamo affinato garantendoci delle esecuzioni perfette, questi riti continui sono frutto di allenamento costante e di perfezionamento ergonomico involontario.
In buona sostanza, ciò che compiamo in automatico con una mano (dx o sx) rappresenta un dramma per l’altra, allora ciò vuol dire che se noi in automatico riusciamo a cucire dignitosamente tenendo una determinata posizione, ritrovarsi in piedi con un tallone sul pedale in una posizione improbabile e arrivando nel contempo a schiumare dalla bocca non ci aiuterà di certo a eseguire al meglio un lavoro.
In casi difficili di lavoro è meglio valutare le strade alternative per facilitare la cucitura cercando di tenere la nostra postura più dignitosa possibile.
Se noi utilizziamo la mano destra per guidare e accompagnare il tessuto sotto il piedino, mentre con la mano sinistra a palmo aperto appoggiata lateralmente e posteriormente sul tessuto posto sul pianale a seguire il tessuto senza tirarlo ma sentendo e armonizzando il lavoro delle griffe macchina, mentre con gli occhi traguardiamo sempre il medesimo punto, piedino, filo tessuto o cucitura, possiamo presumere che stiamo creando un abitudine che nel tempo costituirà eccellenza..jpg)
Se tessuti o lavorazioni particolari ci faranno perdere la posizione, dobbiamo a inizio lavoro considerare cosa possiamo fare di alternativo per non arrivare all’ipersalivazione di cui sopra.
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Non uniformità di trascinamento del tessuto superiore, tessuti pesanti.
Partiamo dal presupposto che non abbiamo una macchina da cucire con il doppio
trasporto ed impostazione elettronica con compensazione di differenza di trazione sui due tessuti, esistono anche queste macchine ma noi le abbiamo viste nelle vetrine e nelle fiere, non sul nostro tavolo da lavoro.
Può succedere che cucendo tessuti difficili, quali vinili pelletteria o gommati la differenza di avanzamento tra due ferzi di tessuto diventi importante già con 50 cm. di cucitura eseguita, vediamo quali carte possiamo calare per vincere la mano.
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Utilizzare un piedino in materiale plastico, quelli trasparenti (polistirolo) per satin
possono aiutare a ridurre l’attrito del tessuto superiore ( l'eccellenza è data da quelli in teflon, ci sono anche economici in nylon e scarsi in polietiene).
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Utilizzare spray siliconici, sia sulla parte inferiore del piedino che sul tessuto superiore se il tessuto è un rivestito tipo vinile o gomma non arrechiamo danno, (questi flaconi sono venduti anche per le macchine da ricamo automatiche e si utilizzano spruzzando il piano di lavoro prima di effettuare il lavoro, considerando il loro costo elevato, in alternativa possiamo optare per il lucida cruscotti con silicone o distaccante per stampi industriale).
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Fermiamo i tessuti, se eseguiamo una cucitura interna e possiamo forare il tessuto senza danneggiare l’estetica del lavoro, non vi chiedo di imbastire o puntare i due tessuti con degli spilli, ma semplicemente di avvalervi di una graffettatrice da cartoleria ed eseguire dei punti a distanza, rimuovendoli in un secondo momento a cucitura eseguita.
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Utilizzo della carta, possiamo accompagnare la cucitura, frapponendo sotto il piedino e sopra il tessuto superiore della carta velina la quale annienterà l’attrito del
tessuto superiore sul piedino, ( io in economia, allo scopo utilizzo la carta forno, creo delle striscioline di larghezza di 3 cm. circa aiutandomi con un righello appoggiato su un piano, con interposta la carta, poi tirando da un lato eseguo la striscia, il tutto ci può ricordare le vecchie battaglie tra cortili con le cannucce, tempi andati, tempi d’oro, la carta forno è sufficientemente trasparente e si strappa bene a cucitura ultimata).
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Cucire lycra, tessuti elasticizzati o t-shirt.
Nel cucire tessuti elasticizzati, per accorciare le t-shirt in vita, o creare orli ai leggins possiamo incorrere in difficoltà impreviste, su tutte spicca la differenza dell’ elasticità del tessuto contro quella ridotta della nostra cucitura, allora che fare?
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Utilizzo della carta, in questi casi possiamo interporre tra piedino e tessuto della carta robusta tipo quella delle copertine delle riviste femminili, tagliata sempre in striscioline, non essendoci trasparenza dobbiamo essere più precisi nel cucire, cercando riferimenti oltre la trasparenza che non abbiamo, la carta va rimossa con più attenzione essendo più spessa, ma il vantaggio è tutto qui, la cucitura sarà perfetta e quel leggero lasco dovuto allo spazio lasciato dalla carta una volta rimossa darà alla cucitura la giusta elasticità non rompendosi la prima volta che andiamo a tirare il tessuto.
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Cucire tessuti leggeri.
I tessuti leggeri possono metterci in difficoltà, in quanto se non riusciamo a trovare un buon compromesso tra bilanciatura dei filati e lunghezza punto, ci ritroviamo con una stoffa che a lavoro ultimato risulterà tutta arricciata.
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Utilizzo della frisellina, in commercio si trova un materiale che porta il nome anche diverso da quello da me usato, ma con due chiacchere il venditore capirà subito le vostre intenzioni per la risoluzione del problema, è un materiale non-tessuto venduto in nastri o in pezze si può trovare con proprietà termosaldanti e in vari colori (viene anche usato per dare consistenza ai tessuti quando vengono eseguiti ricami, viene posto sotto il lato a vista nei ricami, può venire rimosso anche se spesso ne rimane qualche sfrido incastrato e visibile).
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Utilizzo della carta, l’utilizzo della carta velina o da forno come da me spiegato poco sopra in “tessuti pesanti” anche qui trova ampi consensi, in questo caso la
carta serve solo per dare consistenza al tessuto quindi la possiamo porre tra il piano di lavoro e il tessuto.
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Creare angoli perfetti.
Questa indicazione è soprattutto utile se vogliamo rivoltare il tessuto a fine lavoro.
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Come fare, prendiamo i nostri tessuti in sovrapposizione da unire tracciamo il nostro lavoro da eseguire con l’angolo, iniziamo a cucire partendo dalla cucitura
dritta quando siamo prossimi allo spigolo dell’angolo ci fermiamo eseguiamo un punto a 45 gradi manualmente, parte interna dell’angolo poi con ago infilato e piedino alzato aggiustiamo i tessuti nella nuova posizione di marcia e proseguiamo di nuovo in linea retta.
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Dobbiamo eseguire un punto a 45 gradi se i tessuti sono leggeri, due punti se sono di medio spessore, tre punti se i tessuti sono pesanti.
Unico inconveniente e quando rivoltiamo i tessuti su se stessi in prossimità dell’angolo possiamo avere della tensione, potremmo eliminarla eseguendo dei piccoli tagli sul tessuto prima di rivoltarlo nell’angolo lato esterno, ma è consigliabile solo se poi sul dritto a tessuti rivoltati eseguiamo una seconda cucitura a completamento del lavoro.
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Differenza di spessore.
Non solo nel cucire l’orlo dei jeans abbiamo delle differenze di spessore il piedino nell’arrampicarsi e nel rituffarsi giù da queste colline può perdere aderenza e pressione, facendo saltare dei punti nella cucitura, generalmente siamo inclini a passare l’ostacolo di potenza ma non siamo su una moto e se la cucitura la vogliamo perfetta ecco cosa possiamo fare.
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Utilizzo di un cartoncino, ci procuriamo un quadratino di cartoncino avente eguale spessore dell'ostacolo da superare nel tessuto, possiamo posizionarlo
davanti, dietro e di lato al piedino, il nostro intento è quello di far lavorare il piedino sempre in piano non facendo perdere la pressione del premistoffa sul tessuto, chiaramente i punti verranno eseguiti molto lentamente, anche girando a mano il volano se occorre.
E’ un valido aiuto soprattutto nelle partenze, anche quando eseguiamo una cucitura ribattuta con un tessuto grosso possiamo anche in questi casi fruire di tale servizio, tagliamo una striscia lunga di cartoncino e poniamola appaiata al tessuto rivoltato con il piedino sopra, mentre lavoriamo il tutto ci darà più sicurezza, e la cucitura sarà ottimale.
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Partire al limite.
Se abbiamo l’esigenza di dover iniziare una cucitura proprio sul bordo tessuto, magari questo è anche bordato, chiaramente le griffe non riescono a trascinarlo perché il tessuto non è ancora nella zona di lavoro delle griffe stesse.
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Abbiamo due possibilità, la prima, la meno impegnativa è di iniziare la cucitura con il tessuto già nelle griffe e dopo due o tre punti eseguiti in avanti mediante il tasto “reverse” (retromarcia) guadagnare a ritroso il bordo tessuto per poi proseguire in avanti la cucitura voluta, (il vantaggio è che tempo non ne perdiamo e così facendo riusciamo a fermare la partenza dei nostri punti iniziali, lo svantaggio è che se il tessuto è leggero rischiamo di vederlo inghiottito dal foro ago con un bel groppo nella parte inferiore che tiene il tutto fermo in data posizione, con noi che con fare politico nominiamo nuovi Santi improbabili).
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Utilizzo di una gugliata di filo, è il secondo metodo, riguarda una cucitura volutamente precisa senza ripercorrere il già cucito che potrebbe risultare antiestetico, dobbiamo infilare del filato robusto in un ago e mediante questo dare un punto passante in prossimità del bordo da cucire, ora posando il bordo del tessuto davanti alle griffe e sotto il piedino, partiamo a cucire, contemporaneamente tiriamo il filo della gugliata indietro portando il nostro bordo sotto l’ago della macchina in modo che possa essere cucito a dovere.
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Creare un’arricciatura artigianale.
Se si eseguono delle tendine in stile country, o per qualsiasi altra idea cui non vogliamo utilizzare un elastico, vi è un metodo semplice e nel contempo funzionale per risolvere il problema.
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Praticando un zig-zag, proprio così eseguiamo un zig-zag molto ampio nella zona che vogliamo arricciare, (massimo spostamento ago, generosa lunghezza punto) eseguito lo zig-zag leghiamo le estremità dei filati di cucitura eseguendo dei nodi in modo che i punti dati non si perdano.
Ora possiamo all’interno dello zig-zag, introdurre, aiutandoci con un ago grosso del cordonetto volendo anche un nastrino, tirando le due estremità del cordonetto o nastrino abbiamo la nostra arricciatura, semplice, economico e funzionale, in una parola country.
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Altri piccoli accorgimenti, queste soluzioni sono esplicite dalle immagini proposte, tuttavia per la loro semplicità intuitiva io le ritengo geniali.
a risoluzione, nella prima immagine abbiamo una tazza a sostituzione di un supporto per bobine, ed nelle restanti immagini abbiamo soluzioni per eseguire delle guide per l'esecuzione di cuciture perfette,
semplici ed efficaci, thank you Victoriana.




