Hello Kitty

Hello Kitty

Hello Kitty, la smorfiosa gattina, nasce in Giappone nel 1974  tutto il merchandising produce da tempo, in trend positivo, più di un miliardo di dollari di fatturato annuo su scala mondiale.
Fa pensare, quando ci capita di vederla proposta praticamente ovunque, ( è stata prodotta anche una chitarra Fender Stratocaster e portata in concerto da alcune rock-star del gentil sesso ).
Se uno viene risucchiato nel suo vortice promozionale si ritrova ben presto a portare un paio di mutandine rosa con il fiocchetto in parte, attenzione quindi.
Non ho mai amato le commercializzazioni,  però economicamente a volte ne riconosco il loro potere.
La sua costruzione, da parte mia non ha nulla a che vedere con il fenomeno vendite,  piuttosto mi piace pensare che tranne per le serie animate televisive lei è priva di bocca, il motivo è che ognuno così può trasferire in essa il proprio stato d ’animo senza sia lei ad imporlo con una sua espressione definita, che sia qui la chiave del suo successo, mah !!. 

 

 

 

Una premessa va subito fatta, nutro un sentimento di amore-odio nei confronti di questa gattina, il primo sentimento si fonde sul piano emozionale a quello dei bimbi che la vedono in cielo, il secondo è opposto, perché lei, è in netta rappresentanza a tutto ciò che viene omologato e conficcato nelle nostre scatole craniche, affinché possiamo essere dei bravi soldatini nelle mani degli imperi economici.
Ma isolando la disquisizione politico-sociale, ritorno volentieri alla sua costruzione e quindi al foto racconto della sua nascita.

Generalmente quando decido la progettazione e costruzione di un gonfiabile due sono le cose che analizzo, per primo, il tempo che posso dedicarmi ad esso (quindi la sua complessità costruttiva) e per secondo, la quantità e i colori del materiale che utilizzerò, in rapporto a ciò che le mie scorte riescono ad offrire, (e a volte anche tramite contatti vedo cosa bolle in pentola, presso i miei ancoraggi esterni, per l’acquisto del materiale mancante).
La scelta di un soggetto a volte è quindi dettata dal materiale che si riesce ad accasarsi, limitando le spese belliche per l’acquisto del “ripstop”, così in questo caso avendo già in casa molto tessuto bianco il soggetto su cui si è concentrata la mia attenzione è stata Hello Kitty (prima di dedicarmi alla progettazione, e passare alla sua decisione ultima di costruirla ho passato del tempo per saperne di più su di lei, ho scoperto quanto fosse radicata negli anni la sua presenza nel mondo, rispetto a quanto violentemente il suo fenomeno commerciale lasciasse intendere in Italia) in breve tempo ero ipnotizzato da lei e la preoccupazione maggiore l’ ho letta negli occhi di mia moglie quando mi ha sorpreso guardare ossessivamente una vetrina che sfoggiava un’ enorme peluche della gattina.

Senza lasciar trasparire nessun segno di flessione neuronale con i primi di Novembre mentre gli alberi donavano la loro coperta ai prati iniziai con del cartoncino a dar vita a Kitty, generalmente è sufficiente costruire metà della forma che si vuole ottenere, l' altezza totale del mio modello era di poco sotto il metro, come sopra, rividi quella strana luce negli occhi di mia moglie, a questo punto non avevo scampo confessai tutto, Hello Kitty avrebbe fatto parte della famiglia era solo questione di tempo.

Come già scritto il mio approccio progettuale è semplice non uso software dedicati, la mia infanzia è stata accompagnata dal tubo catodico in bianco e nero e quando anni addietro mi veniva detto che i bimbi a scuola imparavano l’ uso del PC, per un paio d’ anni ero rimasto sconvolto credevo di vivere nel film “il villaggio dei dannati” per fortuna il tutto con il trascorrere degli anni  si è normalizzato, non fumo erba per credere ad un mondo di pace,  non prendo pastiglie per dormire la notte, ora uso il PC senza grossi traumi.

Costruire in modo semplice però mi dà la giusta poesia per apprezzare il risultato finale, torniamo a Kitty la sua sagoma presto prese forma e quando era completa di tutti i suoi pezzi non mi rimase che scomporla con un cutter, ridimensionando tutti i pezzi in percentuale e  cercando di ergonomizzare l’uso del  ripstop da tagliare (in una foto ad esempio si vede una striscia di carta che verticalmente corre sulla lunghezza del viso la sua larghezza è di fatto quella che poi è l’ altezza del tessuto 1,5  m. questa misura viene sempre da me considerata nei vari pezzi per comporre le sagome in quanto è una misura limite ed è la misura che conti alla mano da minor scarto di tessuto).
Per arrivare ad avere tutte le misure dei ferzi da tagliare e per aver tutti i disegni  su come assemblare il tutto, arrivò Dicembre, ora avevo un quaderno A 4 completo di tutti i segreti della gattina, tanti disegni io li eseguo a mano libera, in quanto quando inizio a costruire un gonfiabile, alcune procedure di come cucire e assemblare i vari ferzi non mi sono chiare, quindi delle volte ancora in fase progettuale cado in una specie di “trance” fino a che il mio cervello non mi indica la strada da seguire, inevitabilmente, il tutto lo devo riportare su carta, in quanto quando  dovrò eseguire quanto pensato non sempre la testa risponderà con entusiasmo agli stimoli e una volta cucito ………….beh! ci siamo capiti.

A questo punto tutto è chiaro non rimane che oliare la macchina da cucire, ci sono i pezzi da tagliare e poi assemblare a scriverlo è poco più di una riga a farlo invece………. forse è meglio dare solamente qualche numero, il filo per le cuciture, una bobina intera di nylon bianco n° 40 della Coats Gral (una bobina 3500 m. finita una ed un' altra iniziata) in aggiunta a del filato nero, blu e rosso sempre n° 40 siamo oltre i 4 km. totali.

Ripstop usato:  43 m. bianco — 9 m. blu — 6 m. rosso —  7 m. azzurro —  4 m. Grigio  —  3 m. nero  —  2 m. fuxia —  2 m. Rosa —  più 9 m. rosso leggero per la gonna il tutto con altezza 1,5 m. arriviamo a 100 metri lineari e quindi a 150 metri quadri circa).
Di certo non era enorme, visto altri gonfiabili, ma dopo aver cucito intensamente nei mesi di Gennaio, Febbraio e Marzo, molte sere e nei ritagli di tempo dei giorni  festivi, sono riuscito a ultimare il lavoro, la mia persona era a quel punto da sottoporre a esorcismo preventivo.

 

           

 

Arriviamo così alle porte della primavera, tempo dei primi germogli e dei primi festival, io e mia moglie eravamo ancora al giro di boa, Hello Kitty vuole ancora tante attenzioni, passiamo le serate nella sede in cui lavoro per controllare tutto il costruito e a posizionare le briglie interne.

 

 

Non c’è cosa più emozionante che entrare all' interno di un aquilone gonfio, ci si sente come pinocchio nella pancia della balena, potrei starei ore al suo interno nel caleidoscopio di colori ed emozioni, da qui osservo le valvole d’ entrata dell’ aria poste sulla fronte di Hello Kitty, quelle sulle ali, i vari ferzi che limitano le deformazioni, l’attacco delle braccia e il fazzoletto che dovrà dare forma al sedere, tutto prende magicamente la sua dimensione, una realtà pratica, i cordini interni daranno la forma finale sono agli inizi del settaggio delle briglie, ma ricevo già  ricompensa a tutti i dubbi che mi hanno accompagnato i mesi  passati.

 

In seguito passo  alla “matematico-teorica brigliatura 

esterna"  so già a cosa vado incontro e quindi non mi 

scoraggio ci sono più di 300 m. di cordino di poliestere tra 

briglie interne ed esterne perché mai dovrei farmi 

prendere dal panico.

Panico che si trasforma in terrore, al primo volo, tira incredibilmente e registrare le briglie è una lotta, noi non dobbiamo solo registrarle ma partiamo quasi da zero, ma ne io, ne mia moglie, ci sottraiamo al lavoro che ancora c’è da fare, arriviamo più volte a casa distrutti, ma passo dopo passo riusciamo a domare Kitty.
Eravamo a questo punto pronti per portarla con noi ai festival, c’è da dire che per farle posto abbiamo dovuto svuotare uno zaino che prima conteneva diverso materiale e aquiloni e questi riporli in un altro borsone.

 

          

             
Non c’è che dire, richiede un grande spazio, ma è lo stesso che la sua costruzione ha voluto, e sarà lo stesso spazio che riempirà nei cuori di chi la guarderà.

 

           

 

Forse non sarà così per tutti, ma a me basta lo stupore di un bimbo, non di rado faccio vedere loro l’interno dei miei gonfiabili aprendo la cerniera posteriore, non servono parole, ci capiamo subito, loro non mi chiedono quanto mi è costato il giochino.

 

 

In queste righe sono descritti alcuni momenti emozionali della sua costruzione e dei suoi primi giorni di messa a punto,  anche se è con noi da qualche anno, ogni volta che la mettiamo in volo ci regala la stessa emozione di allora, in fondo è la stessa energia che mi danno tutti gli aquiloni che vedo in cielo.