Dai giunti tradizionali a quelli alternativi, ausili comuni ma con approcci esecutivi diversi, interessante poter testare varie soluzioni per adottare a seguire una propria convinzione.
Per trasportare con poco ingombro e soprattutto con aquiloni di dimensioni importanti diventa necessario dover eseguire delle giunte alle nostre stecche a prescindere dal materiale di cui queste sono composte.
Due sono le strade percorribili, la prima soluzione, la più comune, riguarda l'uso di giunti esterni i quali accolgono i tubi da unire al loro interno, la seconda soluzione sono i giunti a spina, di cui mi soffermerò, facendo alcune considerazioni, in quanto quest’ultime giunzioni non si vedono tanto in giro, sono per complessità esecutiva poco utilizzate, ma assai gradevoli, andiamo con ordine.
I giunti esterni sono sostanzialmente eseguiti con uno spezzone di tubo in lega leggera avente il diametro interno leggermente superiore al diametro esterno delle nostre stecche da unire, la scelta sarà indirizzata verso soluzioni con pesi e spessori ridotti per ovvi motivi di peso aggiunto.
Il loro costo nei negozi dedicati non comporta esborsi finanziari importanti, tuttavia a copertura di tutti i diametri occorrenti talvolta si ricercano soluzioni diverse per il loro approvvigionamento, oltre ai generosi centri del fai da te, la nostra ricerca può essere rivolta anche ai negozi di materiale per modellismo.
Difficile il reperimento di tubetti con diametri interni 5,5 mm. o più piccoli 2-3 mm., vanno in ogni caso ricercati tubi di alluminio trattato termicamente con serie o classe alluminio 6000 – 7000, apprezzabili per la loro rigidità e resistenza a snervamento, meglio evitare alluminio più tenero, crudo o non trattato termicamente il quale facilmente si deformerà durante l’uso, i tubetti in acciaio o ottone saranno responsabili dell'aumento del peso complessivo della nostra struttura.
Io personalmente ho trovato utile creare i nostri giunti riciclando i tubetti cui erano fatte le vecchie antenne televisive, ora soppiantate dalle nuove tecnologie, queste erano costruite con tubi in alluminio di vari diametri, nel contempo rigidi e leggeri, generalmente con un’antenna si poteva mettere a magazzino diversi diametri utili, se poi si conosce un’ amico che pratica tiro con l’ arco, lui sarà in grado di farci avere vecchie frecce rotte, ce ne sono di alluminio la cui qualità è veramente ottima, alcune sono realizzate con un’anima in alluminio rivestita da carbonio, con questo tipo di frecce si possono ottenere dei giunti veramente professionali.
La lunghezza del giunto è una scelta individuale, io generalmente li eseguo di 5 o 6 cm. e li trattengo saldi ad uno dei due tubi da unire utilizzando silicone, nastro isolante o colla a caldo, un tempo usavo una goccia di Loctite - Attak (cianoacrilato) ma ciò comportava due possibili inconvenienti, il primo, era che nel tempo in alcune occasioni il giunto si staccava senza preavviso, ed entrava nella lista “del c' era, ne sono certo”, il secondo inconveniente si presentava spesso in occasione di dover sostituire la stecca con annesso il giunto, in seguito ad una rottura, ebbene a questo punto il giunto non ne voleva sapere di separarsi dal moncone del tubo.
Ora utilizzo, per accoppiare questi componenti ciò che posso serenamente rimuovere con facilità, per poter riutilizzare il giunto in breve tempo, anche se ciò comporta soluzioni di minor eleganza estetica.
La seconda opzione per unire le nostre stecche è quella di eseguire un giunto interno utilizzando una spina, questo procedimento, direttamente assorbito dal mondo della pesca sportiva, è interessante in quanto l’intera esecuzione è di alta professionalità e l’apporto di peso al sistema è veramente ridotto.
Ritengo fruibile questa esecuzione anche per creare ferma cavi sulle stecche o per eseguire dei giunti a ”T” nelle spine centrali dei delta, questi possono venire fermati con soluzioni derivate da questa pratica, vediamo in dettaglio la costruzione di un giunto lineare.
L’ intera esecuzione è semplice, e anche se il prestigioso risultato finale lascia trasparire una grande maestria, in verità è facilmente ottenibile, l’ esempio che segue riguarda l’ esecuzione di un giunto, ma anche dei ponti in acciaio (occhielli) o altro possono venire saldamente fissati ai nostri tubi utilizzando questo sapere.
La cosa straordinaria è quanta esperienza e ricerca traspare nel creare semplici oggetti, sarà perché i pesci non parlano, ma i pescatori sembrano al contrario in grado di produrre infinite teorie a riguardo, seduti sulla sponda di un fiume.
Torniamo al giunto da eseguire, abbiamo la volontà di avere una spina interna ad unione dei nostri tubi, quindi la prima operazione sarà quella di mettere a dimora un tondino pieno, va bene in carbonio, all' interno di una dalle due stecche da unire, la spina va infilata per almeno 3 cm. io come scritto generalmente la rendo solidale al suo tubo con colle non troppo "permanenti".
Conosciamo i pregi delle nostre stecche, ma anche i loro limiti, sicuramente per pregresse esperienze, uno di questi limiti è la facilità con cui alle estremità la stecca può cedere, con effetto a canna di fucile (con colpo esploso in canna) o banana (simbolicamente, parzialmente sbucciata) se sottoposta a flessione.
In effetti una spina interna forza proprio un limite strutturale delle nostre stecche, ma eseguendo una legatura possiamo dare consistenza all insieme, per fare ciò dobbiamo procurarci del cordonetto o filato di sezione adeguata, i negozi di pesca lo vendono a bobine (€ 5,00 circa) ma può andare benissimo anche del filato da cucito (numero 30 ad esempio) anche del Dyneema (12 kg. carico di rottura) alcuni utilizzano la bava da pesca (aspetto trasparente, ma irritante da posizionare) anche unendo più filati di diverso colore o inserendo del filato color argento o oro si posono ottenere giochi cromatici importanti, le alternative sono svariate importante è che il filato sia almeno un poliestere, non deve dopo aver posato la colla e a lavoro ultimato lasciare i "peletti", classici del cotone e simili a quelli del legno dopo la prima mano di vernice.
Scelto il materiale per la legatura iniziamo il nostro lavoro.
Teniamo un capo del cordonetto, parallelo alla lunghezza della stecca in prossimità del bordo finale, ed eseguiamo 3 – 4 giri con il nostro filato, fermando così l’ estremità iniziale del cordonetto che resterà sotto i primi giri creati, ora possiamo tirare il cordonetto moderatamente dalla parte dove andremmo a produrre i giri che seguiranno, la nostra attenzione sarà rivolta a non accavallare il filato producendo degli inestetismi e correggeremo giro dopo giro la presenza di spazi liberi aiutandoci con un’ unghia o con un piccolo cacciavite, il filato dovrà affiancare il giro precedente con ordine, dobbiamo sempre tenere il filato in tensione in modo che i giri creati saranno solidi ed efficaci nel loro compito finale.
L’estremità del filato iniziale una volta che è trattenuto da svariati giri può essere tagliato a filo legatura, andrà poi a scomparire sotto gli ulteriori giri che seguiranno.
Molto importante che la legatura prosegua dal bordo stecca fino ad superare la lunghezza occupata dalla spina interna, questo per evitare di avere un cedimento prodotto dalla parte terminale della spina in flessione e spinta all’ interno del tubo.
Per chiudere la legatura dobbiamo eseguire quanto segue, poniamo un cappio appoggiato sulla lunghezza della stecca come in figura, possiamo utilizzare del cordonetto leggermente più robusto o semplicemente uno spezzone del medesimo filato con cui stiamo eseguendo la legatura, sopra l’ asola andiamo a fare circa 10 giri e poi iniziamo con una pinzetta a becchi a ritirare l’asola con introdotto il capo del cordonetto utilizzato per i giri della legatura tagliandolo in abbondanza.
Lentamente ritiriamo il capo del cordonetto e con l’ unghia o attrezzo dedicato affianchiamo i giri del filato il tutto a lavoro finito risulterà ben saldo e gradevole alla vista, il capo del filato che fuoriesce dai giri eseguiti verrà tagliato a filo legatura.
Stendiamo ora della colla con un pennellino, per dare solidità al tutto, con del cianoacrilato otteniamo una finitura gradevole, però questa colla scurirà il colore del filato e nel tempo essendo poco elastica perderà le sue qualità di consolidamento, usando della colla vinilica non si altereranno i colori ma non essendo una colla con buone proprietà resistive ad acqua e umidità, la teoria dei saggi prevede un’ ulteriore lavoro di finitura.
La finitura professionale delle canne da pesca comporta un paio di mani di vernice trasparente generalmente si pratica un giro di nastro-carta a fine legatura e a pennello si stendono due mani in successione di vernice trasparente, regina per meriti sul campo, il Plastivel in alternativa la KK1 (bicomponente procurarsi due siringe monouso per il dosaggio) anche altre vernici possono venire impiegate, l’ unico guaio in acquisto è che ciò che occorre a noi sono quantità modeste non possiamo accasarci chili di vernice per poi stenderne pochi grammi con un pennellino per volta, a questo punto meglio optare per un prodotto dedicato al modellismo o piccolo bricolage.
Quando il tutto sarà definitivamente asciutto, il nostro lavoro sarà ultimato e come diceva Forrest Gump
“ ............ non ho più altro da dire su questa faccenda”.