fusion

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L’aspetto finale è un umanoide di non facile definizione, interessante la fusione di un profilo alare con una tuta da lavoro, tra i suoi simili il più conosciuto è l’aeroplano, spesso questi ibridi  si integrano a tal punto  da non distinguere più il profilo alare a costruzione ultimata.   

                        

                       Punto di partenza……. e……. risultato finale.

 

 

Da tempo pensavo a questa fusione, il sogno di Icaro, mantenere il corpo da umano ma al posto degli arti superiori, le ali, nessun limite, solo il cielo.

L’occasione costruttiva è maturata analizzando una tuta in Tyvek da lavoro, parte del ragionamento è già in essere, per le ali si può rispolverareFoilmaker il software con cui creare il profilo alare per poi inserire al centro l’umanoide, sembra facile.

 La misura dell’insieme non doveva essere eccessiva, l’intento era di volare anche con venti sporchi e soprattutto utilizzarlo con venti leggeri e in notturna, senza dannarmi troppo lo potevo stabilizzare con un pilota.

Anima del progetto è l’ala, stabilite le misure totali del “Fusionnon rimane che aprire il programma.

Il settaggio dei parametri del software Foilmaker porta:

Profilo centrale e profilo esterno Clark-Y si potrebbe usare un qualsiasi profilo, un Naca o altro, di fatto alla vela non si chiederà nessuna prestazione, se non forma e portanza, per comodità d’esecuzione meglio quindi un profilo morbido e di buon spessore in modo di dare consistenza a quello che poi diventeranno le ali del nostro umanoide.

 Per chiudere la vela sui bordi laterali non ho usato un profilo, ho cucito intradosso con estradosso e applicato solo due punti di briglia, la spaziatura dei profili è stata settata 50 % proporzionale e 50 % lineare. Sono partito a dimensionare il tutto considerando che la somma della larghezza delle due celle centrali formeranno il busto dell’umanoide.

Al posto dell’ipotetico sterno prenderà posto una porzione di profilo, questo sarà dimensionato in variazione proporzionale, sino ad ottenere il giusto spessore voluto del busto.

 

La larghezza degli estradossi adiacenti al profilo centrale dati dal software sono riferiti ad un profilo proporzionalmente più piccolo, variando noi le dimensioni del profilo centrale dobbiamo provvedere a ricalcolare la larghezza dei due estradossi, (il tutto è facilmente ricavabile utilizzando il teorema di Pitagora, abbiamo la base del teorico triangolo fornita dal software (larghezza cella) abbiamo l’altezza del lato (differenza del profilo dato dal software e quello da noi creato in proporzione), l’ipotenusa ricavata sarà quindi la nuova larghezza dei nostri estradossi (volendo essere precisi, sovrapponendo il profilo centrale dato dal software  con quelli adiacenti, vi è di fatto una leggera differenza in altezza, il che non chiamerebbe il nostro triangolo esattamente rettangolo, ma tutto sommato trattandosi del busto il risultato ottenuto con il teorema di Pitagora può risultare soddisfacente, quindi base alla seconda più altezza alla seconda e tutto sotto radice quadra).


La larghezza dell’ala nel mio caso è di poco superiore ai 2,2 metri, ( 0,90 m. la profondità ) è di 8 il numero di celle totali

 Tutti i profili hanno i fori di travaso dell’aria (2 fori con diametro 40 mm.) attenzione i due profili laterali del busto non hanno fori di travaso, questi profili sono tagliati nella parte terminale della loro lunghezza di 5 cm. per migliorare la compensazione dell’aria e per poter dar chiusura  agevole alle ali  in fase di cucitura.  

Il profilo alare sarà bi-ellittico con leading-edge (bordo entrata aria) molto schiacciata e trailing-edge (bordo uscita aria) arrotondata, idealmente una volta divisa la vela e posta ai lati del busto dovrà di fatto divenire le  ali della creatura, la forma da ricercare sarà quindi prossima a delle ali.

La curvatura dell’ala è stata settata al del 20 % della larghezza migliorando così la forza stabilizzante, ogni profilo è pensato con tre punti di briglie primarie posizionate in proporzionale sulla lunghezza della corda del profilo, tranne il bordo laterale esterno d’ala che ne porterà come già scritto, solo due briglie.

 Le briglie primarie sono calcolate dal software in modalitàsplit” (briglie primarie unite alle briglie secondarie in file parallele fronte vento) a seguire dalle secondarie sono aggiunti 2 cordini di lunghezza 4 metri che si uniranno al cavo di ritenuta, (solo il profilo centrale, ha due briglie secondarie, una per ciascun lato dei cordini da 4 metri) .

Due celle per ala sono provviste di aperture frontali per dar modo all’aria di entrare, come già scritto la compensazione delle 4 celle internamente è affidata ai fori di travaso.

Il lavoro del software è terminato, non rimane che creare l’umanoide, il busto va creato con le due celle centrali e con il semi-profilo proporzionale centrale creato da noi   ora si tratta di fondere idealmente la tuta di cui scritto prima con l’esigenza delle ali aggiungendo ciò che per noi sarà l’identità dell’umanoide.

Vi è necessita di far entrare l’aria anche all'interno del corpo, allo scopo ho eseguito il cappuccio il quale è idealmente la testa dell’umanoide questo viene tenuto in forma da un tondino di carbonio di 2 mm. di sezione e mediante 4 briglie unite e un moschettone viene destinato al filo del pilota.

 

Per dare la giusta inclinazione al vento del cappuccio e per intersecarlo nel busto in modo corretto ho riprodotto il tutto con del cartoncino creando le giuste dime occorrenti, nella parte posteriore del cappuccio ho inserito una “coda” definendo così un tratto somatico dell’umanoide e aiutando  nel contempo con questo  ausilio il cappuccio  a rimanere nella posizione desiderata di volo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il profilo proporzionale centrale come già accennato non è completo, anteriormente non trova tessuto per la presenza del foro del cappuccio e a metà busto di fatto non deve chiudere intradossi con estradossi in quanto da qui si parte per realizzare la vita e le gambe dell’umanoide (il profilo avrà quindi la rotondità anteriore tagliata e anche nella parte posteriore verranno rimossi buoni 25 cm. di profilo).

 

Nella parte terminale del profilo centrale ho applicato due fazzoletti interni di forma triangolare con le basi rivolte verso gli intradossi (altezze sul profilo e basi sugli intradossi) esteticamente una volta cuciti  ricordano fisicamente la fine del costato, il loro scopo è trattenere gli intradossi evitando la deformazione che a vista risulterebbe una sgradevole pancia.

Prima di chiudere il busto con le ali ho creato i 4 ferzi che riproducono i fianchi e le gambe dell’umanoide, abbondando nella lunghezza delle gambe, ho dato forma a due code stabilizzatrici con tanto di contro-coni terminali, le 2 gambe a “coda” hanno un foro al  loro termine (diametro 4 cm.) in modo da scaricare l’eccessiva pressione d’ aria interna.

 

 

 

Unico accorgimento nella parte del cavallo delle gambe, lato posteriore, ho inserito due triangoli allungati in modo da lasciare il tessuto più lasco, il quale prendendo la forma voluta simula il fondo schiena dell’umanoide.

In prossimità dei fianchi sugli estradossi dopo averli uniti ho cucito un cordino elastico per la larghezza della creatura anche questo contribuisce la forma finale voluta.

 

Siamo arrivati a chiudere l’umanoide è ora di cucire le ali al busto e a seguire si prosegue la cucitura lungo le gambe lato esterno sino a terminare il tutto.

 

Nel cucire le ali al busto vengono inclusi i 2 profili senza i fori di travaso, questa è un’operazione che va serenamente valutata, meglio utilizzare la miglior procedura auspicabile in modo da avere la minor difficoltà d’assemblaggio possibile.

A seguire il primo volo, non vi è nessun accorgimento da intraprendere, bontà progettuale…….., prossimo passo, le luci per le notturne.