Non si tratta di un progetto, ma piuttosto un invito ad utilizzare un software libero presente in rete, ci aiuta a creare delle vele di buona fattura e anche se non costruiamo ci fa capire la nostra vela da trazione, foilmaker è un software un po’ datato, (ce ne sono di più recenti vedi surfplan) ad ogni modo raccoglie ancora molti estimatori, il suo manuale è stato tradotto nella nostra lingua, in rete ci sono diversi progetti già collaudati, che non ci fanno commettere errori dovendo azzardare scelte radicali, nei parametri di settaggio, ritrovandoci a lavoro finito con soluzioni magari fallimentari.
Sono ormai passate diverse stagioni da quando ho cucito l’ultima vela da trazione, ricordo ancora l’entusiasmo che questo percorso mi ha donato, ricordo la prima vela eseguita, era rettangolare le diedi nome “Quantum” (la giusta quantità), 4 cavi, superfice sui 3 m. quadri, allora parole come aspect-ratio, camber e altre venivano rigettate dai miei neuroni, il progetto era in rete e bontà sua era spiegato passo, passo, non era per l’epoca una vela vecchia, allora i buggy viaggiavano con una quadrifoil quadra ed era oggetto di desiderio la nuovissima competition ellittica, (da me clonata negli anni a venire è quella rossa nelle foto).
Da quella esperienza, con coraggio, mi sono tuffato nel voler capire i segreti di queste vele per progettarle al meglio, sono passato dalle tradizionali a centine, alle gonfiabili con i bladder, per poi finire con un “arc”.
Tutto è stato possibile sfruttando l’ enorme apporto che internet nel suo veloce evolvere ci regala gratuitamente. Oggi non so quanti programmi “free” sono presenti in rete io ho lavorato con Foilmaker e Surfplan ha dire la verità con surfplan ho fatto solo una vela, ma è stata veramente una “surfata” in un mondo diverso.
Voglio ricordare alcuni passaggi di allora, il kitesurf all'epoca era ai primi vagiti, in Italia aveva ancora pochi estimatori e troppi oppositori, si stava probabilmente allora formando la tribù, dal canto mio poter arrivare nei posti più remoti del mondo, con un clic, e vedere cosa succedeva e cosa si costruiva era per me come sentire il vento di mattina.
Così navigando, ad un certo punto ho messo le 4 frecce, ho lasciato per un attimo le centine e ho iniziato a considerare un aquilone pompato, fatto tutto da me partendo da zero, ho caricato “surfplan” ho trovato dei progetti in rete, ricordo che di riferimento avevo “zeroprestige.org” una comunità di formichine laboriose che s’ inventano di tutto.
Fortunatamente avevo già in casa una discreta quantità di poliestere sui 60 gr. metro quadro che faceva magazzino o tuttalpiù era utile per fare delle sacche.
Il materiale per lo "scheletro" era quindi già in casa, il ripstop per la velatura doveva arrivare con esborso, unico problema i “bladder” (le camere d’aria interne che hanno il compito di tenere la forma della vela) a quel tempo era persino difficile avere i ricambi delle vele presenti sul mercato, o meglio c’erano, ma costavano.
In un sito russo trovai un tizio che si costruiva le sue camere d’aria usando il “pvc” trasparente, quello che le nonne usano per proteggere le tovaglie sul tavolo, ottimo e soprattutto economico lo si può incollare a caldo, con il ferro da stiro, le valvole di gonfiaggio le si recupera da materassini e altri giochi d’ acqua estivi, con del mastice le si applica, geniale, un’ unica avvertenza, eseguire i bladder più grandi del loro guscio di poliestere in quanto questi bladder tengono bene l’aria ma non la pressione.
(Per fondere assieme due fogli di poli-vinilcloruro o polietilene si possono usare anche quelle macchinette termosaldanti, che sigillano i sacchetti dei prodotti alimentari destinati al congelatore).
Così nasceva una vela per kitesurf, in mano a uno che non praticava kitesurf, e usandola io in spiaggia, mi resi conto ben presto del perché i costruttori si sono affrettati, senza indugi, a mettere a punto sistemi di sicurezza e di “depower”, gran belle avventure.
Ritornato in me, ripresi a costruire aquiloni a centine, nel frattempo nella rete ci si divideva politicamente tra gonfiabili e pompati, insomma costruire a centine era una scelta di vita.
Da allora il software di Foilmaker, l’ ho sempre tenuto installato nel “pc” delle volte quando costruisco dell’altro, lo apro per vedere cosa ne pensa di determinate mie scelte.
Questo software ha ancora molti amanti, ci sono dei forum di discussione, il suo manuale è stato tradotto in italiano, facendo un ottimo lavoro, non so quante volte l ’ho letto e quante altre lo riprendo in mano ancor oggi, è stato, per me, il trampolino per saltare tra mille teorie.
Penso che, anche se uno non costruisce vele, dovrebbe in ogni caso procurarsi copia del manuale, d'altronde in lingua italiana non esiste nulla di paragonabile.
Il software una volta scaricato si apre a finestre. è abbastanza intuitivo e con pochi passaggi si può vedere la propria vela prendere forma, una volta settati tutti i parametri, possiamo stampare tutte le dime che compongono la vela in formato A4 (unendo i fogli e incollandoli su cartoncino non si ha possibilità di errori, se non quelli da noi commessi).
Possiamo anche scaricare un programma che riproduce la vela in 3 D in modo che ancor prima di costruirla la possiamo vedere girare virtualmente.
Ci sono una buonissima quantità di profili da scegliere in rete per la nostra vela, un consiglio per non sprecare risorse, meglio riprodurre una vela già collaudata e chiacchierata nei forum, con l’esperienza si può in seguito divagare.
Per le briglie: sebbene il software le progetta a misura, io consiglio sempre di tenere una certa abbondanza su ogni cordino, ogni vela ha bisogno dei suoi aggiustamenti per rendere al massimo.
Come scritto in presentazione, non ho un progetto da proporre, in quanto volendo con un po’ di coraggio, si può iniziare quest' avventura e una volta entrati nell'imbuto creativo il rischio di non smettere più di cucire è reale, ritornando alla realtà solo quando ci si trova a cena il postino invitato dalla moglie, a questo punto, Signori, un po’ di autocontrollo.