Fled
Volendo costruire un aquilone con buona trazione e stabilità di volo, capace di stare in cielo con venti leggeri si è portati immediatamente a pensare ad un bel delta statico, il quale per storia propria e armonia di volo è la radice culturale di ogni aquilonista, eppure navigando in rete si trovano anche altri progetti molto interessanti a sostituzione del romantico delta.
La mia attenzione, viene così catturata da un progetto presente in rete già da qualche anno, il Fled, questo aquilone, riporta la mia mente all'anno 1999, quando cucivo il mio primo aquilone dell’ età adulta, tra mille dubbi e fatiche.
Era un Eddy-Flare progetto tratto dal libro “Aquiloni costruirli e farli volare” di Wolfgang Schimmelpfennig editato in lingua italiana da Ulisse edizioni nel Marzo del 1998, la prefazione al progetto raccontava anche come nonostante le sue ridotte dimensioni questa vela aveva una grande forza di trazione, un angolo di volo molto ripido ed era estrosa in caso di vento a raffiche.
Dell’ Eddy portava la traversa inarcata da un cordino e le due ali, la superficie centrale della vela e le quattro chiglie erano sostanzialmente la variazione del tema, il tutto nel Flare era trattenuto da quattro briglie con regolazione a bilanciere per dare il giusto angolo d’incidenza al vento.
La mia creatura di allora, costruita a copia, era steccata in legno di ramino da 8 mm. la vela in Nylon pesante, comprato in merceria, eppure una volta in volo l’aquilone veniva risucchiato in cielo fino a quanto filo le si poteva dare, stava sopra di me, un puntino lontano, avevo quasi la sensazione che volesse per propria volontà seguire qualche rotta aerea, nel riavvolgere il cavo di ritenuta, ricordo, pensavo al limite fisico della traversa in ramino.
Era allora la mia prima teoria, ed ora questa vela, il Fled, mi ricorda, semplicemente questo, il mio primo aquilone, che di battesimo portava il nome di “non torno”.
Questo progetto il Fled è presente nel sito Batoco.org e in Kitebuilder.com è ripreso, da più aquilonisti d’ oltre oceano che dando vita ad un forum, hanno disquisito a lungo sulle sue caratteristiche.
Tutto quindi è già stato scritto, a me non rimane che riprodurre il progetto, costruire l’ aquilone a modo mio e trarne le dovute considerazioni, infine inserirlo a corredo tra i suoi simili, per farne un uso ad ampio respiro.
Con questo progetto, il mio intento era di ottenere un aquilone capace di librarsi in volo con una leggera brezza, volutamente quindi, tutto l’ occorrente e tutta la metodologia costruttiva è stata indirizzata per limitarne il peso complessivo, unico peccatuccio l’ introduzione nella parte centrale della vela del logo s.l.k. (che Eolo sopporti tanta arroganza).
Materiale: Nylon Superlite Contender 31 grammi metro quadro, tubi in carbonio da 6 mm. per i due longheroni longitudinali e carbonio da 8 mm. per la traversa, briglie in Dacron con carico di rottura 50 Kg.
Il progetto è semplice, non scrivendo i passaggi costruttivi posso dedicare lo scritto ai piccoli particolari a mio avviso più interessanti.
Come già scritto ho eseguito il logo, questo è stato “posterizzato” da un programma “free” presente in rete (PosteRazor) ingrandendo così una piccola immagine “jpeg” portandola su una superficie formata da 12 fogli A 4, i quali, affiancati a dovere mi hanno reso la misura del logo voluta, non di qualità certo, ma sufficientemente dignitosa per poter creare le maschere con la pellicola adesiva, a seguire con rullo e nero acrilico ho completato la riproduzione del logo .
Nella sezione fai da te del sito vi sono indicazioni su questa logica.
La parte centrale anteriore della vela porta un’ evidente scanso, i progetti presenti in rete si dividono in due filosofie costruttive, un taglio del tessuto a dato raggio o un taglio eseguito seguendo due linee rette a formare un’ angolo ottuso, la qualità di volo con entrambe le soluzioni non lamenta sostanziali differenze, si toglie tessuto per non vederlo sbatacchiare riducendo la stabilità della vela.
La mia scelta è stata semplicistica, ho tagliato il tessuto seguendo le due linee rette, i panelli sono stati poi rifiniti bordando con della fettuccia utilizzando del ripstop, nel punto d’ incontro di queste due rette una ulteriore fettuccia più robusta di rinforzo nell’angolo ottuso è obbligatoria.
Tutti i rinforzi dovuti, nelle chiglie, in punta d’ ali, e angoli della vela sono stati eseguiti con del ripstop da 40 gr. in sovrapposizione aiutandomi con biadesivo e cucitura tree stitch.
Anche nell’unione di ala, chiglia, tasca longherone e panello centrale ho utilizzato piccoli pezzi di biadesivo meglio prendere delle precauzioni, anziché sudare le proverbiali sette camicie, nel cercare di non far scappare i ferzi da sotto il piedino della macchina da cucire.
Da non dimenticare, a cavallo della tasca longherone in corrispondenza dell’incrocio con la traversa un cavallotto in ripstop questo avrà il compito di tenere ferma la traversa nella posizione ottimale.
Nella parte terminale delle tasche dei longheroni vanno anche eseguiti gli ausili che tratteranno le stecche nelle tasche, come mia consuetudine, velcro e coulisse a risoluzione.
Nella sezione fai da te del sito vi sono indicazioni su questa logica.
Nel posizionare le tasche della traversa ho inserito anche in necessario per applicare il cordino che inarcherà la traversa nella parte superiore della vela il tutto è formato da fettuccia e anellini.
Per inarcare la traversa ho legato due cordini in Dacron da 50 Kg. agli anellini in punta d’ali, considerando poi la giusta lunghezza a centro vela ho eseguito due asole, in un’asola con nodo a bocca di lupo ho fissato una sferetta forata in plastica, mentre l’asola del secondo cordino abbraccerà la sferetta quando inarcando la traversa riuscirà a farne giro, fissando così il tutto in modo semplice ed efficace.
A questo punto il FLED è completo, a corredo va pensata anche la coda stabilizzatrice, la quale con vento a raffiche fa la differenza tra volare in modo estroso o stabile, tenendomi le porte aperte a più soluzioni ho predisposto due asolette in corrispondenza della fine delle chiglie sotto le due tasche dei longheroni.
Nella sacca della vela ho fatto posto per la manica a rimorchio, come da progetto, (del resto la più gettonata dagli altri costruttori di questa vela), in aggiunta ho fatto anche una coda di sette metri di lunghezza, formata da due panelli di tessuto a forma di triangoli allungati, i quali avendo anche delle qualità coreografiche aiutano la vela ad essere stabile tenendola nel contempo anche leggermente più bassa nella pancia del vento aumentando quindi la trazione dell’aquilone.
Questa vela è in grado di accollarsi 500 grammi di macchina fotografica per fare fotografie aeree ed è anche capace in qualità di esile pilota di supportare dell’altro fissato lungo il cavo di ritenuta.
plano-barrilete-fled.pdf (3 MB)
Cliccando il testo si può scaricare il progetto originale di batoco.org
Il mio Fled in volo.